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Come conservare al meglio i pomodori

Nel ‘700 il pomodoro era conosciuto anche come ‘mela avvelenata’. Era comune infatti  che gli aristocratici -che si potevano permettere di acquistare i pomi ‘d’oro- si ammalassero e morissero dopo aver mangiato questo succoso e dolce frutto. La verità è oggi ben chiara: i ricchi europei usavano piatti di peltro, ricchi di piombo. Considerata quindi  l’elevata acidità dei pomodori, quando questi venivano serviti su questa stoviglia i frutti assorbivano il piombo, provocando quindi -a seconda delle quantità ingerite- avvelenamento, crampi dolorosissimi e addirittura morte.

Oggi questo pericolo non si corre più ma è ancora vero che le basse temperature possono interferire con gli enzimi, ossia i maggiori responsabili del gusto caratteristico di questo delizioso prodotto della nostra ricca Sardegna. Sotto i 12 gradi infatti il pomodoro interrompe la maturazione, che è poi il meccanismo che conferisce il più sapore più gustoso.

È bene lavare con attenzione i pomodori per cancellare ogni traccia di trattamento; l’ideale sarebbe metterli in ammollo in una bacinella e lasciarli per una decina di minuti con una punta di cucchiaino di bicarbonato. Dopo averli ben risciacquati ed asciugati si conservano in un luogo fresco ed arieggiato per anche due settimane.

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